Durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria che collega i terminal dell’aeroporto di Milano Malpensa è emersa una scoperta inaspettata: resti risalenti alla Civiltà di Golasecca, una delle prime popolazioni celtiche d’Italia. Questo ritrovamento ha aperto le porte a un progetto unico: portare la storia fuori dai musei tradizionali e renderla parte integrante di un luogo di passaggio quotidiano.
La stazione ferroviaria del Terminal 2 è stata trasformata in un’esposizione permanente, accessibile 24 ore su 24 e progettata per catturare anche l’attenzione di viaggiatori frettolosi. L’allestimento combina teche espositive raffinate, pareti scenografiche e installazioni digitali, che raccontano la vita quotidiana, i rituali funebri e i commerci della Civiltà di Golasecca.
La progettazione ha posto grande attenzione all’esperienza sensoriale [1] del visitatore: il percorso espositivo è caratterizzato da un uso attento dei materiali, delle luci e delle superfici tattili. Le pareti color tabacco e le teche in ottone e vetro evocano il legame con la terra e il passato, mentre i dispositivi multimediali forniscono approfondimenti fruibili in modo intuitivo. Il risultato è un museo “diffuso” [2], che riesce a combinare rigore scientifico, accessibilità e un impatto visivo iconico, trasformando un luogo di transito in una finestra aperta sulla storia.
[1] Esperienza sensoriale
L’integrazione con la stazione ferroviaria rende la mostra fruibile a un pubblico vastissimo, offrendo una narrazione immediata attraverso supporti digitali e allestimenti scenografici.
[2] Museo "diffuso"
L’allestimento è stato concepito per coinvolgere il visitatore a livello sensoriale. Le finiture evocano le tonalità della terra, mentre l’illuminazione studiata esalta i reperti e guida lo sguardo. Gli schermi digitali e i modelli tridimensionali arricchiscono il percorso con contenuti dinamici e interattivi.